I Bambini nascono come le poesie 

20.05.2019

Per un progetto educativo sull'affettività e sull'accoglienza


I bambini nascono come le poesie, di Davide Rondoni (Fabbri Editori) è un romanzo narrato in forma di lettura teatrale con canzoni da un solo attore, che mette in scena un paradossale esame di medicina e cultura varia, in cui un giovane candidato di nome Il Prossimo spiega all' esterreffatto, accigliatissimo e buffo "superprofessor"  Lapislazulo De Brillant Lapislazuli che i bambini nascono, appunto, come nasce una poesia.

Tra gags e giochi di parole, con momenti di pura poesia e abbandoni ilari, il testo funziona come delicata metafora di educazione all'affettività e all'accoglienza e come introduzione all'affascinante mistero della creatività artistica. Concepire un'idea, una poesia, è molto simile a quando si concepisce una nuova creatura... Ci vuole tempo, dal concepimento alla nascita vera e propria!

Carlo Pastori, autore di canzoni per bambini, attor comico e musicista si misura in questo caso con un testo altrui, nato dalla penna del poeta Davide Rondoni.

Pastori avrà il compito di "far entrare" il pubblico dei bambini e dei ragazzi (ma anche quello degli insegnanti e dei genitori) dentro la storia raccontata, vestendo sia panni del bidello Rizieri, custode della scuola, che quelli del professor Lapislazuli e naturalmente anche del Prossimo, sottoposto ad esame. Incuriosendo, sbalordendo e divertendo. 

Perchè uno più uno... fa tre!

Durata: 60 minuti circa.

Scolarità: secondo ciclo della Scuola Primaria e Scuola Secondaria di primo grado


Dal testo dello spettacolo: 

Prof . Lapislazulo        

Dunque, caro Il Prossimo, dove eravamo rimasti?... Ah si. Allora, uno più uno fa tre... Se c'è un incontro d'amore. Come il mio povero babbo e la mia mamma... Loro due poi io... tre. Semplice, no?... (poi, cambiando tono e tornando minaccioso) Si, è vero! Uno più uno fa tre. Ma cosa cappero vuol dire che i bambini e le poesie nascono allo stesso modo?... Eh?... Forse che le poesie hanno un babbo e una mamma che fanno un incontro d'amore pure loro?... (ride in modo sguaiato)


Il Prossimo                    

E si che ce li hanno! (estrae dallo zaino una foglia di platano) Ecco la mamma della poesia! Applauso!


Professore                           

Ma che applauso! Cos'è uno spettacolo? Dove siamo, a teatro?... Silenzio! Ah, quella sarebbe la mamma della poesia. Certo caro. Certo... (ironico) e il babbo chi sarebbe?


Il Prossimo 

Ma, lei, caro Professor Riprofessor Lapislazzuli!


Professore

Io il babbo della poesia! ...Ma roba da matti!...


Il Prossimo 

Ecco, vede questa foglia? La guardi bene...


Professore 

Questa sarebbe la donna? La mamma?...


Il Prossimo 

Bravo prof! Una foglia, o una fontana, o una nuvola, o una linea del volo di rondini... Insomma, tutta la realtà è come una donna, per i poeti! La guardi!...


Professore

Beh, è una foglia di...


Il Prossimo 

La guardi e stia zitto!


Professore

Stia zitto a me? Stia zitto a me? ..... (improvvisamente docile e arrendevole) come stia zitto? Devo stare zitto... io? ... Oddio, sto poco bene...


Il Prossimo 

 (mostrando la foglia) perché nasca una poesia bisogna ASCOLTARE. Come tra due che si vogliono bene. Sa da cosa si capisce che due si vogliono bene?


Professore

Beh... dal fatto che si danno i bacini...


Il Prossimo 

Si, vabbè, anche. Ma a volte i bacini non bastano. No, si vede soprattutto dal fatto che SI ASCOLTANO... Stanno zitti e si GUARDANO, si ascoltano anche senza parlare. Sono attenti l'uno all'altro. Allora, 'sta foglia?...


Professore 

Va bene, va bene. La guardo.


Il Prossimo 

Guardala. Ascoltala. Guardala e ascolta le parole che ti fa sorgere, che cosa ti sta dettando.


Professore

(sollevando lo sguardo) Va beh. Mi pare una bella foglia...


Il Prossimo

E TI SEMBRA POCO? E' bella! Dire "è bella" non è già l'inizio di una poesia? Bella foglia, foglia bella... (estrae un BLOCK NOTES dallo zainetto e scrive) Ok. È bella. Poi?


Professore 

... E' bella... e... e elegante... è così verde...


Il Prossimo 

(prendendo appunti a voce alta) Bella foglia, Foglia bella, così verde, così elegante... Ci siamo! Sta nascendo. Cos'altro le sta dettando dentro, in mente, nel cuore?


Professore

(tra se e se... quasi come se fosse lui l'esaminato)... Mi fa venire in mente che forse ci sono ancora chissà quali grandi foreste, dove ce ne sono milioni...


Il Prossimo

Bravo! Allora, avanti... (ricapitola e suggerisce) 

Bella foglia, Foglia bella, così verde, sei elegante,

quando penso che tu sei in un milione di foreste...


Professore

...quando sei sul tuo alberello io staccarti ti vorrei,

ma è più bello se tu resti...


Il Prossimo

  ...sul tuo ramo al vento e al sole;

fogliolina fogliolina non scordar le mie parole.


Professore

E quando cadi giù per terra per l'inverno che qui avanza

Rinasci allora nel mio cuore fogliolina di speranza.


Il Prossimo 

BRAVO!!! (Applauso e gag inchini teatrali) Ecco! Lei è il babbo della poesia!


Professore

Ancora con 'sto babbo? ...Io il babbo?...


Il Prossimo 

Vede prof?... Questa foglia le ha fatto nascere dentro il desiderio di dire. Così come una donna fa nascere in un uomo il desiderio di amare. Come lei sa bene, nei babbi e nei poeti c'è un seme...


Professore

Oooohh! Un seme! Giusto. Finalmente parliamo di cose scientifiche!


Il Prossimo 

(piantandosi di fronte al prof) perché, quello che abbiamo detto fino adesso non era forse scientifico?


Professore 

No di certo!


Il Prossimo 

 Però erano tutte cose vere...